RESPIRA.

Lo stai facendo? Ma certo, che domanda stupidamente ovvia.

Uhmmmm, sai che puoi respirare male? Che ti può capitare di sentirti affannato? Di respirare sentendo l’aria che manca?

E sai quando succede questo? Quando c’è qualcosa a cui non sai dare una risposta OVVIA. Mi spiego meglio. Capita che ci siano giornate destinate ad essere ricordate, alcune belle e altre meno. Una diagnosi improvvisa, un rapporto sentimentale che finisce, un licenziamento inaspettato, un figlio in arrivo, un incontro. Insomma ogni giorno siamo destinati a qualcosa. Ma, ci sono eventi che ci traumatizzano e che fanno andare in tilt il nostro sistema psico-fisico, che improvvisamente parla attraverso sintomi che non riusciamo a governare.

Ci adattiamo, siamo bravissimi a sostenere i cambiamenti della vita, o meglio, quasi sempre.

‘Mi ha lasciata! Non respiro, non mangio, non dormo, non capisco più nulla, non mi concentro, non mi lavo, sto perdendo il controllo, mi aiuti!’

‘Ha un tumore. Purtroppo dovremo toglierle il seno. Stia tranquilla dopo le terapie potrà ricostruirlo e il suo progetto di avere un figlio potrà realizzarsi, ma non ora.’

‘Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà economica e siamo costretti a ridurre il personale. Mi dispiace ma lei è stato individuato come una risorsa di cui possiamo fare a meno, e pertanto a fine anno dovremo interrompere il nostro rapporto di lavoro.’

Urca, che botte. Già, sanno essere cicloni che ci devastano. E allora comincia un nuovo modo di vivere, spesso ci si adatta, tirando fuori risorse inaspettate. Alcune volte chiediamo aiuto ad un professionista dell’anima, altre volte attivando la modalità del fai da te.

Sto meglio, ho ripreso a mangiare, a pensare che la mia vita continua anche senza di lui, a vedermi un seno nuovo anche se non posso ancora programmare la possibilità di diventare mamma, ad accettare quel lavoro che poi così tanto male non è.

Ma, camminando tranquilla per le vie del centro ti imbatti nel tuo ex affettuosamente abbracciato ad un’altra, alla cassa di un negozio ti ritrovi accanto ad una donna con in braccio un bimbo che sorride, pranzando tranquillo incontri il tuo ex capo con un collega che lavorava per te.

Non capisci più niente, il cuore batte ai cento all’ora, ti manca il respiro. Il tuo devo essere tranquillo si trasforma in non posso, e il tuo meccanismo di difesa che fino ad un momento prima aveva risposto al posso adattarmi, SALTA SALTA SALTA, facendoti cadere nel panico.

Ci siamo, SEI UMANO.

La tua capacità di adattarti è una risorsa, ma ogni tanto può succedere che il tuo sistema psicofisico agisca come un interruttore che in quel momento risponde alla regolazione delle emozioni libere.

E solo a questo punto, consapevole che che il ciò che vorrei ma che non ho può prendere temporaneamente il sopravvento, DEVI fermarti riportando l’ attenzione al tuo respiro che piano piano diventerà lento e profondo.

E supererai questo black out pensando che il buio esiste, così come la LUCE CHE RITORNA.